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Viernes, 14 de Octubre de 2011
 
     
23/08/2010 | Editorial

L´unica verità è la realtà. di Horacio Guillén

Il patto proposto da Berlusconi a Fini - con o senza solenne sottoscrizione - contiene i cinque punti che, proposti nella mozione di fiducia richiesta dal PdL saranno, sicuramente, sottoscritti dai finiani. Federalismo fiscale, fisco, Mezzogiorno, giustizia e lotta alla criminalità erano già presenti nel programma presentato agli elettori. Così, la maggioranza di centrodestra potrebbe non venire meno, perché chiaramente nessuno ha l'intenzione di arrivare a questo risultato, precipitando di codesta forma l'elezioni anticipate che non vogliono né Fini, né Berlusconi, anche quando questi minaccia con il voto anticipato presentandosi, come sempre come sicuro vincitore, questione totalmente dubbiosa. 

Il problema si presenta con quelli punti, inclusi da Berlusconi (il processo breve, la legge sulle intercettazioni, un nuovo «lodo Alfano» con modifica costituzionale) che i finiani non sono disposti a far passare. Fini, altrimenti, ha già dichiarato che il suo gruppo avrebbe sostenuto le riforme sottoscritte nel programma elettorale ma che, invece, i provvedimenti non presenti in quel programma sarebbero valutati caso per caso, e che il  Parlamento ha dei tempi che un governo non può piegare a suo piacimento.

Da un altro canto, tanto il processo breve, quanto la sanzione di una norma costituzionale che copie il "lodo Alfano", e la legge sulle intercettazioni non possono, chiaramente, essere sancite alla maniera voluta da Berlusconi:
1. Un processo breve, ma non soltanto in sede di punizione, è il desiderio di tutti gli abitanti del Bel Paese, perché la Giustizia ha dei tempi veramente biblici.
2.  La normativa sulle intercettazioni demanda assumere una posizione categorica nella lotta contro la mafia (meglio le mafie), e contro la corruzione. Si è contro, o sì ne favorisce.
3. La Corte Costituzionale al dichiarare l'illegittimità costituzionale del chiamato "Lodo Alfano", non ha sostenuto - come vogliono far credere alcuni integranti del governo - che l'incostituzionalità si salverebbe con una legge costituzionale, perché non è entrata nel merito che tale legge fosse, come veramente era, una lex ad personam che favoriva chiaramente al Presidente del Consiglio.

Il programma che -finalmente - sia accordato, deve anteporre l'interesse generale ai particolari, favorendo le riforme per il Paese - in momenti di gran crisi mondiale -invece di leggi che, soltanto, riguardano agli interessi personali dei politici.  Si deve pensare di coinvolgere, pure, ad altri schieramenti politici, che condividano le idee sulle riforme a fare, dimenticando le tifoserie oltranziste, per privilegiare il bene dell'Italia tutta. 

 
Dott. Horacio Guillén
Dott. Horacio Guillén


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