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Viernes, 14 de Octubre de 2011
 
     
14/06/2010 | Editorial

Il cavaliere inesistente: quando la legge diventa ottativa

di Horacio Guillén

Finalmente il Cavaliere, come quello d’Italo Calvino, ha mandato giù l’elmo, e si scopre tutto quanto era già saputo: dentro l’armatura non c’era nessuno e così nessuno potrà essere condannato dai tribunali.

Occorre chiarirlo da capo: non c’è un problema di destra o di sinistra politica. La ricerca dell’impunità totale è voluta – sempre - dalla maggioranza al potere. La maggioranza – sia di destra che di sinistra - vuole, sempre, acquisire il silenzio dei media sui suoi peculati e sulle malversazioni dei beni dello Stato, e non solo.

In tempi di tangentopoli, un altro Cavaliere inesistente, e un’altra maggioranza al potere volevano pure fuggire dai giudici trattando di legittimare i suoi peculati sotto il manto di strane teorie sulla forma “normale” di gestire la pubblica amministrazione: volevano farci credere che i politici avevano il diritto di usufruire della gestione pubblica allo scopo di avere profitti uguale ai  tecnocrati delle grandi ditte private.

Il Cavaliere conosce la storia: l’antica repubblica romana cade perché i consoli invocavano la necessità di non adempire le norme, in difesa della propria Roma. È vero: non si può governare – al proprio gusto e piacere – soggetandosi alla Costituzione. Afferma, quindi, il Cavaliere che la Norma Fondamentale è già vecchia, il sistema parlamentare non è efficiente – e deve essere cambiato per il sistema presidenziale – e la Corte Costituzionale è piena di odiosi giuridici che non vogliono lasciar violare il plesso normativo.

L’economia d’Italia ha bisogno di riforme importanti e di lunga durata, equilibrare il mercato lavorale, avere cura dell’esplosione della bolla  immobiliare, del déficit fiscale, delle spese del settore privato e del debito esterno, fomentare la crescita della produttività, riformare la banca, ecc. In altre parole: il Paese ha necessità di una strategia integrale ed urgente.  Il cavaliere, nonostante, continua ad essere inesistente per portare avanti queste azioni. Tutta la sua forza, e tutta la forza della maggioranza che comanda, è impegnata su un solo obiettivo: salvare ai politici – e agli imprenditori amici - che hanno commesso reati, delle sentenze degli insidiosi giudici, delle norme giuridiche che durante molto tempo hanno governato il paese però che, adesso, non vengono più comode al Cavaliere e ai politici.

Sembra che rubare oggi  – ed in gran missura – sia diventata una cosa normale, alla quale la classe politica ha pieno diritto, come i corsari avevano il diritto di preda sulle navi del nemico, diritto che i tribunali hanno il dovere di proteggere. L’adempimento delle norme – e con esso la democrazia - è diventato totalmente ottativo. Se le norme non sono d’accordo a quanto si vuole fare, possono essere cambiate, spingendo la questione nel Parlamento. Il problema è che se la classe politica pensa così, il popolo tutto finirà pensando della stessa forma. Non sarà, necessario, dunque, aspettare la luce verde del semaforo per avanzare: si potrà passare con la luce rossa. Il popolo capirà, finalmente, che è stato lasciato solo e si acorggerà che la politica che puo salvarlo non deve essere, necessariamente, sempre di destra o sempre di sinistra, però quella che puntualmente possa prendere le missure pragmatiche per portare al Paese ad un destino migliore.     

Che sistema è questo propiziato da tutti i politici – e, al suo turno, per gli schiarimenti di destra e de sinistra – se non una democrazia autoritaria che è utile, soltanto, a difendere i diritti della classe politica ad assalire lo Stato con i suoi furti, senza dovere fare i conti con i tribunali? Il bavaglio imposto all'informazione, da una parte impedisce che il popolo conosca le esazioni illegali dei funzionari, e dall’altro – o per questo - permette informare, soltanto, tutto quello che viene comodo alla classe politica.

La corruzione dei politici è ora cosa normale; perché dimostrare perplessità davanti la contentezza degli imprenditori edili appena occorso il terremoto dell’Aquila, se agiscono come descritto da Noami Klein in “Dottrina dello Shock”, allo scopo di moltiplicare i loro profitti a partire di una situazione di disastro. Una democrazia autoritaria, viene comoda ad una classe dirigente corrotta, che vuole portare al minimo i controlli allo scopo che non sia possibile giudicarli per i delitti commessi.

Molti paesi dell’Eurozona hanno già cominciato importanti riforme, e i dirigenti confrontano sui piani per salvare i loro paesi e la società tutta si è messa a discutere sulle misure a prendere. Italia, fra tanto, è impegnata in un solo obiettivo: salvare al Cavaliere inesistente. Sarà arrivato il momento di cambiare tante cose, o si dovrà continuare in caduta libera? Ci sarà qualcuno capace di portare questo elmo e questa armatura vuota, e di cimentarsi a cambiare tutto? Ci sarà, pure, una nuova classe politica capace di accompagnare misure moralizzatrici che non possono aspettare più? Se c’è qualcuno, e se ci sono alcuni, e arrivata l’ora di comparire, o di tacere per sempre.

 
Dott. Horacio Guillen
Dott. Horacio Guillen


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