Argentina ,
Jueves, 09 de octubre de 2008
 
     
08/10/08
RAI Italia-International. Programmazione per infradotati?
Ogni volta che accendiamo i nostri televisori e ci sintonizziamo sul canale RAI ITALIA (ex Internazionale), dovremmo sentirci più vicini all’Italia e meravigliarci dei progressi della globalizzazione ed in particolare festeggiare la tanto diffusa idea di villaggio globale.

Tuttavia, invece di sentirci vicini alla nostra Italia ci sentiamo ogni volta più lontani. Perchè dico questo? La risposta è molto semplice: la programmazione della RAI è lontana dall’essere identificata con gli italiani residenti in America Latina. È un fatto lamentevole che dimostra quanto siamo distanti dalla costruzione di un solido villaggio globale, di una comunità italiana interconnessa a se stessa usando come mezzo la RAI, la nostra RAI.
Il motivo è la qualità della programmazione. È bene ricordare quando le trasmissioni della RAI duravano soltanto due ore, è bene ricordare anche Antonio Macri, Domenico Cutuli e tutti noi che abbiamo sostenuto la loro lotta per una RAI non solo con maggiore orario e copertura di trasmissione, ma anche con contenuti che veramente riflettano il sentire degli italiani residenti all’estero.

Fra i numerosi incontri che si proponevano negli organismi della collettività allora era sorto un concetto che era novità: l’Informazione di ritorno. Concetto che riassumeva le pretese di una comunità italiana all’estero che cercava di essere considerata nell’uguaglianza di condizioni con i suoi pari in Italia. Ma cos’è l’Informazione di ritorno? Fondamentalmente consiste nel fatto che la libera circolazione delle informazioni rompa la relazione di centro-periferia che c’era e continua ad esserci, stabilita da Roma.

Noi crediamo che questa dicotomia debba essere superata attraverso una democratizzazione dell’informazione, garantendo alla comunità degli italiani all’estero di partecipare attivamente allo sviluppo della programmazione televisiva della RAI.
Oggigiorno siamo abbastanza lontani dal rendere reale tale idea, la programmazione che vediamo tutti i giorni lascia abbastanza a desiderare, le fiction, i programmi di concorsi, ripetizioni di programmi “vecchi” etc. non fanno altro che riflettere una differenza più che sostanziale tra i codici comunicativi che ha la RAI ed i codici degli italiani all’estero.   
Questa differenza comunicativa non è un dato minore, ma al contrario è la principale causa dei mancati incontri che ci sono tra gli italiani all’estero e la realtà della nostra madre patria. A che ci riferiamo con questo? Al fatto che in Italia gli incaricati della programmazione della nostra RAI sanno molto poco della comunità italiana all’estero, non ci conoscono, gestiscono altri codici comunicativi – come abbiamo affermato nel paragrafo precedente.
Ciò che ci arriva sono immagini di una comunicazione distorta e spesse volte ci producono questa sensazione di demotivazione che ci fa sentire lontani dalla nostra Italia in un mondo ogni volta più interconnesso.
Sorprende che politici e funzionari di alto rango nella realtà italiana attuale che visitano i nostri paesi si esprimono negativamente rispetto alla RAI. Ma dopo, come in tante altre situazioni, se ne dimenticano non appena mettono piede sull’aereo di ritorno a casa. Uno, forse esagerando, ha affermato categoricamente: “Ma questa è una televisione per infradotati”.

Per uscire da questo paradosso, abbiamo bisogno di recuperare il nostro spazio. Una partecipazione molto più determinante ed attiva nei mezzi di comunicazione, ma anche un nuovo quadro legale, cioè una nuova legge sull’editoria che prenda in considerazione la problematica degli italiani all’estero.

di José Tucci


22/09/08
“L`importanza di avere una nuova legge sull`editoria”

Un punto essenziale in una riforma politica tendente ad una democrazia più partecipativa è la libera espressione, in particolare una politica di mass-media ed informazione. Una nuova legge sull’editoria è necessaria, si deve approfondire la trasparenza, il pluralismo e la libera circolazione di idee ed informazioni. Tuttavia ancora qualche “dirigente” e legislatore della nostra collettività non ha capito l’importanza di avere una nuova legge sull’editoria conforme ai tempi che corrono.
Si sta criticando molto l’iniziativa del Senatore per l’America del Nord Basilio Giordano relativa alla presentazione di una nuova legge sull’editoria. I suoi detrattori si scandalizzano poichè considerano poco valida questa presentazione fondata sulla sua condizione di editore che, a loro dire, lo invalida. E la squalificazione viene con titoli del tipo: “Questa è la priorità del Senatore Giordano?”
Vale la pena porsi qualche domanda: È un peccato avere una priorità come quella del Senatore Giordano presentando una questione d’interessi? Si invalida per questo motivo un esperto che presenta una proposta su ciò di cui ha più esperienza? Se ciascuno dei legislatori eletti all’estero ne avesse una, i problemi più importanti della collettività italiana sarebbero risolti o in via di soluzione. Come si cataloga questa attitudine ostruzionista? È rancore personale verso la persona?  È male per ciò che significa per un italiano avere notizie della sua patria? Sia quel che sia ferisce tanta misconoscenza delle vicissitudini di un settore rinviato permanentemente e che ha come protagonisti in tutto il mondo lavoratori – nella maggioranza dei casi – ad honorem che riversano con professionalità e passione le loro conoscenze al servizio dell’avida comunità italiana sparsa per il mondo.     
Il Senatore Giordano, un esperto in materia che lo ha portato ad occupare la vicepresidenza della Fusie, ha certamente questa priorità anche se, conoscendolo, non crediamo che sia l’unica.
Sarebbe bene sapere qual è, nella settaria mentalità dei suoi critici, l’ordine delle priorità ed in che posto metterebbero questo tema che, ripeto, nuclea un gran numero di uomini e donne in tutto il mondo che si occupano di temi minori come la critica per la critica stessa – come è questo il caso – ma pure si occupano di temi di grande rilevanza culturale e politica che avvicinano ogni giorno di più i nostri connazionali in lungo ed in largo nel globo terracqueo.
Sappiamo di molti eminenti membri della comunità, di uomini della cultura, della politica italiana e persino di membri della diplomazia italiana che sono d’accordo su una modifica della legge sull’editoria già caducata nei suoi contenuti, oltre chi la presenti ed il partito a cui appartenga. Secondo queste persone, sarò invalidato ad opinare essendo io stesso un editore? Spero che non sia così altrimenti non si potrebbe opinare su ciò di cui uno più sa e si starebbe limitando la libertà d’opinione.  
In sintesi, la legge sul voto degli italiani all’estero è l’inizio di un processo molto più ampio, possiamo pensare che è una prova per tutti noi, è per questo che non dobbiamo rinchiuderci in piccoli circoli, dobbiamo aprire il dibattito di idee e progetti, ugualmente garantendo la partecipazione delle nuove generazioni e la promozione di nuove leadership.

di José Tucci


14/09/08
Arena/Ferretti
Mio stimato Ferretti, sono Claudio Bravin,forse per Lei nessuno , sono trascorsi già diversi giorni dalle Sue esplosive e mediatiche dichiarazioni nel Suo giornale "l`Italiano" e in alcuni organi di stampa on-line nelle quali denuncia minaccie di morte da parte del giornalista Franco Arena. Io credo, conoscendoLa poco dai mail che ci siamo crociati e che ancor oggi conservo , nelle quali mi richiedeva  di espressarle le mie convizzioni e anche mi mandava le  ordini di Tremaglia per le elezioni 2006...) che esagera e lo accetto perchè politicamente sempre a mio  ignorante parere  gli è  piaciuto stare al centro dell`attenzione e ancor di piu`  arrivando forse al tramonto di una brillante carriera.
Perchè io vivo qui , e consoco molto di piu` di Lei  a Franco Arena, la sua vita, la passione per l`italianità, per la famiglia, il suo carattere positivo e metaforico, la sua traiettoria di uomo che cerca sempre il bene, di offrire aiuto a chiunque lo richieda. Conosco anche Lei attraverso di lui così come molti altri La conosono sempre attraverso Franco Arena e mi fa l`impressione che Lei  oggi gode di queste amicizie. Lei  sa  perfettamente che Franco Arena da quasi 15 anni, cominciò a diffondere il pensiero del nostro vero e unico "leader" Mirko Tremaglia, padre della legge del voto all`estero e di colui che è stato fino al momento l`unico coordinatore mondiale del CTIM, l`insostituibile e compianto Bruno Zoratto ( ne abbiamo parlato in diverse opportunirtà attraverso queste mail che ci siamo scritti , ricorda ? ideali , convizzioni....)e i fatti mi danno ragione. Come integrante ex CTIM, precisamente invitato da Franco a partecipare alla struttura, fedele discepolo del pensiero di Mirko Tremaglia, conosoco profondamente tante questioni, e non ho il minimo dubbio dell`etica di Franco Arena, del rispetto reciproco che mantiene con tante personalità tanto d`Argentina che dell`estero e della nostra collettività, che è un militante convinto, sempre cercando di avvicinare posizioni ed unire. Ciò è dimostrato dai fatti come la proposta di presentare quale candidato l`oggi deputato eletto Giuseppe Angeli, è stato lui che ha avvicinato il Dr. Zin alla collettività, al quale Lei  stesso ha giudicato malamente in diverse opportunità  ed oggi lo tenete come possibile candidato. E` stato Franco ad avvicinare Sangregorio a partecipare politicamente nel centro destra e tanti altri, cercando di unire valori delle persone nella nostra politica.
Mi sembra che Lei va  completamente contromano: sicuramente Franco Le  ha consigliato di non passare dall`altra parte del marciapiede, frase che Lei , a mio parere manda fuori  da  contesto.... Una domanda , e così che si sente bene cercando protagonismo  e  appoggio in persone  della collettività che poco o nulla " mi " rappresentano??( sempre dal punto di vista delle idee , convizzioni , ideali ...). Sa , ho capito che grazie ai Suoi consigli e condotta con Mirko Tremaglia( basato il mio comentario dagli mail che Lei mi inviò), abbiamo portato alla digregazione del CTIM...., porca miseria , non posso perdonarmelo questo errore, anch`io come un "melone "ho dato in quel momento valore a  atteggiamenti alla vista concentati piu` nella Sua persona che nel bene comune. La politica non si fa portando pure` dall`Italia al costo di 7 milioni di euro per gli italiani indigenti d`Argentina e solo per presentare i candidati Pallaro e Merlo( ricordi la mail del giorno 29/07/05,dove Lei mi parla delle ordini di Tremaglia per vincere ...) la politica non si fa festeggiando a Roma il trionfo della lista a noi avversaria con i suoi candidati (uomini del centro sinsitra), la politica non si fa con Di Girolamo e la sua falsa residenza in Belgio, la politica non si fa con un non residente del Brasile, denunciato per truffa al fisco, neppure  spalleggiando  a Bonaspetti e Andrini  che si  raccomandava votare nella lista contraria al centro destra . So anche , perchè lo parlai con Arena personalmente ,che al  responsabile del Suo giornale, Tullio Zembo, Franco cercò di recuperarlo per la collettvità .credendoci alla persona più che alle idee , e  lo ha messo nel suo programma e gli ha conseguito uno spazio dopo alcuni mesi in una radio perchè potesse avere un suo programma.
Per tutto questo, Franco Arena con le sue metafore estrapolate da Lei  da contesto, sicuramente ha voluto consigliaLa i di non passare dall`altra parte del marciapiede, sappiamo che Lei è  un uomo di mondo, capisco  che Lei piace sentirti mediatico-ironico-inquisitore, io le trovo come virtú , uno cosí deve essere intelligente ,peró  a volte l`ambizione fa saltare i bottoni della giacca e al migliore cacciatore scappa la lepre. Perchè da Lei ho imparato molte cose ,addirittura mi ha scritto e mi ha  risposto in diverse opportunitá ,  La  apprezzo e La  rispetto...., ritorni  dalla nostra parte del marciapiede, che tanti camerati che si sono sentiti da Lei abbandonati La aspettano, la nostra e` l`idea dell`interesse comune per la nostra comunità, senza interessi personali, se non quello di tenere in alto i valori degli italiani nel mondo.
 
Cordialmente
Claudio Bravin

02/09/08
Famiglia di miononno Daniele Gardoni
Cerco notizie della famiglia di miononno Daniele Gardoni emigrato in Argentina nel 1926/27 e rientrato per morire Luglio 1967. Ha lavorato nella regione di Cordoba e io sono sicura che si è formato li una famiglia perchè ho trovato delle fotografie. Mi piacerebbe incontrare la famiglia argentina. Ringrazio sentitamente.

Isabella Gardoni isabella.gardoni@agustawestland.com 

15/08/08
Radio Citta´ Futura: la BBC in Italia a spese del contribuente italiano

Sapevate che una radio locale in Italia (Radio Citta’ Futura) riceve forti contributi pubblici come organo di partito politico? Sapevate che questa radio trasmette per alcune ore al giorno la radio BBC a Roma e Firenze? E sapevate che tutto cio’ accade alle spese del contribuente italiano?

Benvenuti nella giungla dei contributi italiani all’editoria italiana, distribuiti in maniera cosi’ generosa per gli italiani in Italia e cosi’ taccagna per gli italiani all’estero. Tanto generosi che, di fatto, finanziano l’espansione e la trasmissione di una radio straniera (la BBC) in Italia mentre non aiuta ne’ di lontano nella stessa misura le emittenti italiane e nemmeno la stampa italiana all’estero, ad eccezione del gruppo che abbiamo definito Assopigliatutto (La Repubblica).

Ma come si spiega questo mistero? Beh la cosa sembra complicata ma in realta’ e’ semplice.

Partiamo da un paradosso: lo stesso mezzo di comunicazione in Italia puo’ ricevere contributi di natura diversa a seconda della classificazione con cui presenta la domanda di contributi. E questo anche se stiamo parlando dello stesso mezzo. Non ci credete? Leggete qui per credere.

La legge italiana sembra essere molto precisa ma in realta’ e’ il contrario. Analizziamo i seguenti commi della  Legge 7 agosto 1990 n.250, la legge delle “Provvidenze per l’editoria e riapertura dei termini, a favore delle imprese radiofoniche per la dichiarazione di rinuncia agli utili ....”:

1) art. 3 comma 10: “contributi per testate organi di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una della camere o rappresentanze nel parlamento europeo o siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute ......”

Negli anni passati alcuni tra i principali giornali italiani, veramente organi di partiti politici (L’Unita’, La Padania, etc.), ricevevano i contributi.

2) art. 3 comma 2: “ contributi per quotidiani editi da cooperative di giornalisti”. E qui incontriamo il nostro amico quotidiano Area della societa’  AREA Agenzia Coop. A.R.L, che riceve sussidi per un totale di € 1 .032.913,80 nel 2006.

Beh per la verita’ sarebbe un po’ ardito chiamare AREA un quotidiano, in quanto la societa’ Area Ag. Coop. A.R.L. in Via Angelini Giovanni, 00149 Roma sembra essere la sede di Radio Citta’ Futura, una famosa radio locale romana.

E qui cominciano le ambiguita’. Infatti il contributo e’ stato erogato per un quotidiano non per una radio, prova ne sia che scorrendo la lista degli altri enti che ricevono contributi si trovano una serie di altri giornali italiani minori. Perche’ Radio Citta’ futura riceve la bellezza di piu’ di un milione di euro come contributi per quotidiani visto che si tratta di una radio? E non e’ finita qui.

Infatti ci sono altri contributi che lo stato italiano versa alle radio-politiche, organi di partito.... per imprese radiofoniche che risultano essere organi di partiti politici. E qui sorgono i primi dubbi:

perche’ non regolare i contributi per tutto cio’ che riguarda gli organi dei partiti politici in un tutt’uno, piuttosto che separatamente?

Ma la domanda maggiore riguarda la nostra amata Radio Citta’ Futura: nel 2004 ricette 366.842 euro mentre nel 2005 sono la bellezza di 1.711.388,00 euro con una crescita del 366% contro una crescita complessiva dei fondi del 25%. Cosa giustifica questo aumento esagerato dei fondi per Radio citta Futura?

Se poi si considerano i contributi diretti totali per la radio e la sua “societa’ editoriale” il totale ricevuto nel 2006 sale a 2.744.000 euro circa. Probabilmente la nostra stima e’ errata per difetto perche’ stiamo assumendo che i contributi per la “radio-politiche” ricevuti da radio Citta’ Futura nel 2006 (non pubblicati dal governo) sono uguali a quelli del 2005.

Niente male per una radio locale di Roma, per di piu’ ne’ organo di partito politico, come prescrive la legge. Ma e’ veramente cosi’?

Renato Sorace, presidente del cda di Radio Città futura ha recentemente dichiarato alla collega Laura Maragnani  «La radio non è uno strumento militante ma uno spazio aperto. Diciamo che si colloca in un’area ampia del centrosinistra, siamo vicini al Pd. Ma da lì a definirci veltroniani o bettiniani...». Ma i soldi non dovevano andare solo agli organi dei partiti politici? Se il presidente di Radio Citta’ Futura fa una simile dichiarazione significa che qualcosa non quadra.

E stiamo parlando solo di contributi diretti a radio Citta’ futura.

Ma chi e’ questa radio Citta Futura?

La radio nasce negli anni 70, con l’avvento delle cosiddette “radio libere”. Siamo parlando degli anni di piombo, anni di forti rotture con il passato.

E’ buffo ricordare che quegli anni sono “figli” del 68, quando nacquero varie generazioni di “contestatori” del potere costituito. Ricordiamo una frase tipica dei sessantottini: “La fantasia al potere”. E’ buffo notare che una delle radio “libere”nate in quel periodo, Radio Citta’ futura, che dovrebbe esprimere questo concetto della fantasia al potere, esprime piuttosto il concetto: mantenersi con i  soldi del potere. Ma di che potere stiamo parlando? Del potere rosso romano, quello dei salotti del potere che i leghisti tanto disprezzano, anche se al momento loro stessi siedono nelle stanze del potere di “Roma ladrona”.

I nomi li conosciamo bene e non c’è bisogno di farne l’elenco.

Tra questi Renato Sorace, classe 1961, per 10 anni Direttore dell’Agenzia di Stampa Area, è oggi anche il Presidente di Radio Città Futura, storica emittente capitolina. Secondo il sito freeonline.org “Area è un`agenzia di stampa nazionale specializzata nell`informazione radiofonica e on line. Area On Line è la divisione Internet dell`Agenzia. Produce e distribuisce news e notiziari personalizzati per siti Web.” Non pare ci sia menzione di quotidiani anche se riceve generosi contributi per questo dal governo italiano.

Ma recentemente Radio Citta’ Futura e’ diventata famosa per trasmettere nientemeno che la BBC in Italia. Per la verita’ la toda-poderosa (potentissima in portoghese) BBC che si allea ad una radio cittadina e’ qualcosa che sembra inusuale. E’ vero che Radio Citta’ futura da qualche anno trasmette la BBC anche a Firenze. Tuttavia sembra strano che lo sbarco in Italia avvenga appoggiandosi ad una radio locale, anche se rispettosissima e storica come Radio Citta’ futura.

Gli orari sono i seguenti:

03.00-07.00 BBC World Service (daily)
22.00-23.00 Newshour with the BBC World Service (daily)
23.00-01.00 Underground Garage with Little Steven (weekly, Sat-Sun)
01.00-03.00 Underground Garage with Little Steven (weekly, Sun)

Cio’ che mi ha incuriosito e’ stato quanto la radio romana ha pagato per i servizi della BBC. Mi sono sciroppato 31 minuti e 7 secondi di presentazione dell’accordo BBC- Radio citta’ futura che, con il download da internet ci ha messo quasi un ora nonostante la mia connessione DSL. Belle parole, salamelecchi ossequiosi alle varie autorita’ di stato nazionali ed inglesi ma nessuna cifra del prezzo pagato. Non contento ho controllato il bilancio della BBC, un malloppone di quasi 7 mega ma nessun numero sull’accordo. Forse avrei dovuto dedicare piu’ tempo alla ricerca ma francamente non e’ stato possibile.

Il fatto e’ che la stessa BBC si mantiene con i sussidi del governo inglese ed e’ quindi abituata alle politiche che regolano l’erogazione di sussidi pubblici, cosa in cui Radio citta’ futura e’ maestra in Italia. Forse l’affinita’ e’ nata qui, dopo la “dura” selezione come l’ha definita l’executive della BBC.

La cosa buffa e’ che la BBC trasmette su internet e quindi si poteva ricevere lo stesso servizio gratis solo collegandosi al web. Che la comunita’ anglofona di Roma sia come un drogato in crisi di astinenza che non puo’ attendere di collegarsi su internet per ascoltare la BBC e per questo ascolti Radio Citta’ futura per questa ragione, francamente abbiamo forti dubbi a riguardo.

Tra l’altro in una intervista a Anthony Smith nel novembre 2006 il capo della programmazione di Radio Citta’ futura Marco Moretti non sembra dipingere un quadro di successo del lancio della BBC in Italia.

Cio’ che sembra essere certo e’ che i soldi dei contribuenti italiani finanziano lo sbarco della BBC in Italia. E questo in un momento in cui l’ editoria italiana all’estero e’ fortemente penalizzata da un sistema fortemente iniquo dell’assopigliatutto-La repubblica e da un grande spreco di risorse per giornali di dubbia fattura. Assistenza al web italiano all’estero neanche parlarne.

In Italia, sembra il sistema sia diverso. Mantenersi con i  soldi del potere, pardon con la fantasia al potere avviene con accordi che aiutano radio locali “rosse” e straniere come la BBC, che hanno in comune, in Italia, il fatto di essere mantenuti dallo stato italiano. Sarebbe interessante verificare se la Gran Bretagna sovvenziona l’espansione in quel paese di radio italiane. E con questo dubbio vi lasciamo.

La mia fantasia al potere non e’ sovvenzionata ne’ dal governo italiano ne’ da quello inglese. Devo correre a guadagnarmi la pagnotta da solo. Spero solo che il nuovo governo cambi questo sistema dell’editoria italiana sovvenzionata che beneficia chi ha gia’ tanto e fa poco ed e’ taccagno con chi non ha molto ma fa tanto.

Avverra’?

di Max Bono


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