di Dott Horacio Guillén (Argentina) horacioguillen@fibertel.com.ar
La Camera dei Deputati, tratta in sede referente il PDL 1880, “Celebrazioni in memoria delle donne partigiane combattenti”, con la partecipazione della rappresentante di Pari opportunità, Donatella Linguiti.
L’Onorevole Cinzia Dato (Ulivo), relatore, ha osservato in Commissione che, in occasione del sessantesimo anniversario dell`elaborazione della Costituzione nata dalla Resistenza, la proposta di legge in esame intende celebrare l`impegno delle donne nella Guerra di liberazione. Si propone, quindi, l`organizzazione di manifestazioni, d’incontri e l`istituzione d’apposite borse di studio, nonché l`edificazione di monumenti commemorativi, per rivalutare il ruolo delle donne nella lotta di liberazione che, lungi dallo svolgere solo ruoli marginali, furono in realtà commissarie di guerra e combattenti che pagarono con la vita l`impegno profuso.
Ha aggiunto che quell`impegno e quel sacrificio hanno costituito la base per la conquista dei diritti delle donne nel dopoguerra, primo fra tutti il diritto di voto.
Le diverse celebrazioni, in opportunità della festa della Repubblica hanno posto l’accento il sacrificio da parte delle donne, che ha creato i presupposti per l`instaurazione della democrazia in Italia, e per l`approvazione della Carta costituzionale, questione moltissime volte rilevate pure dal Presidente Napoletano.
Fra tanto il Progetto di Legge di riforma della disciplina recante la cittadinanza italiana e bloccata nella Camera, perché non c’è accordo sulla continuazione della norma che basa la cittadinanza sul principio dello jus sanguinis, per i supposti problemi che si derivano del finanziamento dei consolati che hanno accumulato moltissime pratiche, fondamentalmente nell’America meridionale.
Com’è stato ben osservato dal deputato Salvatore Ferrigno, eletto nella ripartizione America settentrionale, la situazione dei naturalizzati nei paesi d’accoglienza doveva essere stata risolta per via di decreto, senza aspettare che la complessa procedura in sede legislativa rimediasse la diversità di trattamento fra quelli naturalizzati prima o a partire dell’esistenza d’accordi di doppia cittadinanza tra Italia e quelli paesi.
Lo stesso rimedio dovrebbe essere stato applicato alla discriminazione derivata dall’iniqua interpretazione prodotta dalla divortium acquorum dell’anno 1948, parificando i figli delle donne cittadini nati prima con i suoi fratelli nati a partire del 1º gennaio di quell’anno.
Di questa forma i tanti omaggi, e le parole pronunciate riguardo alla lotta femminile, alla contribuzione per la nascita della democrazia, e alla vigenza dell’attuale Costituzione, non sarebbero atti di demagogia, ma una definitiva soluzione alla palese discriminazione patita dalle donne.