La poesia nella XXI edizione de l´rte nel Portico 2010
Gioved? 23 settembre a Colli Aniene con Achille Serrao, Vincenzo Luciani e Rosangela Zoppi
Ancora pi? pregevole ed interessante sar? quest'anno L'Arte nel Portico giunta felicemente alla XXI edizione. Perch?, in viale Ettore Franceschini a Colli Aniene, oltre alla tradizionale mostra di arti figurative ed alla musica offerta dalla Scuola di Musica Anton Rubinstein, ci sar? per la prima volta la Poesia e la pi? preziosa, immediata, concreta e densa di sapore originario, ancestrale, che ? quella in lingua dialettale.?
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Gioved? 23 settembre alle ore 18,00 verr? infatti presentato il libro "Poeti di Periferie" di Achille Serrao, Edizioni Cofine, 2009.
Il libro raccoglie il meglio della produzione poetica nei vari dialetti della Penisola ed anche in lingua, pubblicati sulla rivista "Periferie" di cui Serrao ? direttore e che da anni ? riferimento per appassionati di poesia di tutt'Italia, secondo il progetto ideato e curato nel tempo dallo stesso Serrao e da Vincenzo Luciani.
Introdotti da Riccardo Faiella che condurr? l'incontro, leggeranno i loro testi poetici Achille Serrao, in dialetto campano-caivanese, Rosangela Zoppi in romanesco e Vincenzo Luciani in pugliese, anzi in garganico di Ischitella.Canzoni della tradizione romana verranno eseguite dalla cantante Luisa Sorci, tra una declamazione e l'altra. L'accompagnamento musicale sar? di Giancarlo Damilano.
Vincenzo Luciani ? ... tante cose: per solo accennare alla parte dialettologica della sua produzione letteraria, ? poeta in dialetto garganico; autore di un raro Vocabolario Ischitellano, di una guida storico-turistica con proverbi, detti, filastrocche, indovinelli e soprannomi di Ischitella nel Gargano; autore di volumi e raccolte di poesie in dialetto; curatore del volume Poesie e canzoni Ischilellane. La sua poesia, in lingua e in dialetto di Ischitella - ? stato scritto -, ? fondata su una sorta di antica discrezione, animata da un pudore che manifesta con ritegno, senza narcisismo, una fortissima tensione interiore
Achille Serrao ? tutto un mondo fatto di Poesia e poeti a cui si ? naturalmente allacciato quello della musica anche a seguito dell'incontro con Paula Gallardo, direttore d'orchestra di origine argentina, con la quale ha poi convolato giuste e fruttuose nozze.
Serrao, in sintesi estrema, ? poeta dialettale e in lingua; la statura poetica e culturale ? tra le pi? note ed apprezzate in Italia e all'estero; ? saggista, critico letterario, fine dicitore, chansonnier, ama inframmezzare i suoi reading poetici con canzoni della tradizione napoletana ed anche romana.? Esordisce nel 1968 con Coordinata polare (poesie in lingua), seguito da numerose raccolte. Nel 1990 pubblica Mal'aria il suo primo libro di poesie in dialetto campano; seguono : ?O ssupierchio, 1993, ?A canniatura, e Cecat?lla. Cura nel 1992 l'antologia di poesia neodialettale Via Terra. Tutta la sua opera poetica ? raccolta in La draga le cose, Minturno, Ed. Caramanica, 1997. Fondatore con Vincenzo Luciani del Centro di Documentazione della poesia dialettale italiana "Vincenzo Scarpellino" presso la Biblioteca Gianni Rodari a Tor Tre Teste. ? stato scritto di lui: Nella sua pratica artistica, con l'escavazione nei recessi pi? profondi della vita e della psiche, Serrao propende per la ricerca, per lo sperimentalismo. Ma tale predilezione non gl'impedisce di apprezzare la purezza della parola quando sgorga da una sensibilit? incontaminata.
Rosangela Zoppi ? nata nel 1946 a Roma, Da anni si dedica alla poesia in dialetto e in lingua. Vincitrice di diversi concorsi, ha pubblicato raccolte poetiche, tra le quali ricordiamo: Mo ch'er primo cartoccio l'ho v?tato, Neve marzarola, Le mie parole per gli altri, Prima che il cuore impietri, ed il romanzo storico Una donna contro un re. Sue liriche sono su molte riviste italiane e straniere e sono state tradotte in francese dal poeta Paul Courget. Si interessa di teatro (testi e reg?a) e di traduzioni.Pi? noto ? il suo libro di poesie in romanesco Framezzo ar maruame (2006), raccolta che Vincenzo Luciani descrive cos? "La rivincita del dialetto, la sua rivalutazione, la dichiarazione di fedelt? ad esso e il faticoso ritorno alla lingua di "tata" (lingua del padre)". I grandi temi di Maruame (termine mutuato dal Belli che sta per detriti) sono: 1) il tempo che passa (simboleggiato da l'orloggio a porverino, la clessidra); 2) il ricordo, la memoria (simboleggiati dall'altalena, la canoffiena); 3) la culla (la cunnola) che in Rosangela Zoppi, come in Leopardi fa rima con nulla.? Per Achille Serrao "l'Autrice prende le distanze dal realismo del Belli, dalla narrativit? pascarelliana, dal trilussismo di maniera ed ?ncora la propria dizione e visione del mondo all'aerea, lirica visione di Mario Dell'Arco. Il suo uso del dialetto ? profondamente interiorizzato, reinventato nella sua interiorit? trasformandosi in ?idioletto', come avviene ad altri dialettali di vaglia. Dei suoi acquerelli, la Zoppi traccia i segni e i colori essenziali; li veste volentieri di umana ?pietas', di rado allungando sul verso l'ombra della contrizione personale nel timore che si disperda il po' di luce strenuamente desiderata. Alla luce l'Autrice aspira, come crede nel ?c?re'. Il suo ? un continuo canto di sole, d'aria, damore e di quiete, di possibile comunicazione con l'altro da s?, canta di creatura ?offesa', ma non del tutto delusa, confidente che in un ?filo d'aria der passato la vecchia altalena della vita diprenda ad andare e venire, smuovendo aria, magari solo per tirare avanti come un uccello."
di Federico Carabetta (abitarearoma.net)