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Argentina ,
Sábado, 03 de junio de 2006
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18?05?06 | Arte & Cultura

Il costume dell´Angelina donato dai valtellinesi ai lombardi di Buenos Aires

Si č svolta recentemente presso la Regione Lombardia la cerimonia di consegna di un costume storico valtellinese da parte del rappresentante dei Valtellinesi nei Grigioni, Marcello Pasini alla rappresentante dell`Associazione dei Mantovani nel Mondo a Buenos Aires Marta Carrer ,incaricata di portarlo in dono all`Associazione dei Lombardi di Buenos Aires.All?’incontro erano presenti Daniele Marconcini rappresentante del Consiglio Regionale nella Consulta dell`Emigrazione e Maria Elena Milano della U.O. dei Lombardi nel Mondo dell`Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia.? Pasini ha dato lettura della seguente missiva,firmata con Pellizzatti Alberto , inviata alla signora Boffi:?
?“Carissima Signora Maria Grazėa Suardi Boffi ,Presidente dell`Associazione Lombardi ėn Buenos Aėres Le scrėviamo a nome degli emėgrati valtellėnesi nel cantone elvetico dei Grigioni.
Siamo, per cosė dire ,emigrati " di lusso " potendo prestare la nostra opera nella Confederazione Elvetica nota per il suo altissėmo livello di vita ma, come ben si sa e per ogni dove, il lavoro e fatica dappertutto.
Saputo della Loro iniziativa tesa a dotare il museo dell`emigrazione di Buenos Aires di costumi della Regione lombarda non ci č parso vero di approfittare dell`occasione per poter segnalare la presenza della Valtellėna, terra d`emigrazione da sempre.
Sulle prime ėl reperimento di un costume della Valtellina non ci era apparsa un` impresa di eccessivo impegno, tenuto conto dell`ambiente al nord delle Alpi con ėl quale siamo in quotidiano contatto.Gli svizzeri, gli austriaci con gli altoatesini ed i bavaresi hanno tradizioni secolari pressochč ėntramontabili che garantiscono, a chi indossa un costume popolare, sėa l`ammirazione dei loro concittadini oltre che il loro sostegno morale e materėale.
Ivė i costumi, ed č costume, sono quasi d`uso quotidiano, per esempio per i contadini, i pastori, i casari i, i carpentieri ecc.
Ad ogni manifestazione che si rispettė c`č un gruppo di persone che sė preoccupa dė segnare la presenza della tradėzione locale sfoggiando gli abiti tradizionali caratteristici deė vari mestieri, o,semplicemente, quellė dė uso quotidiano.Neė ristoranti, sia in cittā che nelle zone turistiche č quasi d`obbligo, per ėl personale di sala qua sė esclusivamente femmėnile , ėl costume caratteristico del posto.
Rėcchi del proprio e dell?’altrui potevano e possono tuttora vantarsi delle proprie tradėzėonė, mentre ė vicėni , un tempo a loro sottomessi, non erano ne` sono, salvo le debite eccezioni, in grado di competere.
Il timore di fare la figura del poveraccio di famiglia ha fatto perdere aė nostri convallėgianė l`amore per le vecchie tradizioni tant`č vero che anche noi. nei nostri anni verdi,guardavamo con ammirazione le sfilate folkloristiche con i costumi della nostra valle portati da graziose ragazze indirėzzando la nostra attenzėone pių al contenuto che al contenente.
Le nostre rėcerche in Valtellina allo scopo dė assicurarcė un capo degno dė rappresentarci oltre oceano sė arenarono quasi subito a causa di quanto l`esperto Sėgn. Remo Giatti riporta nella sua ampia relazione contenuta nel volume 15 " Mondo Popolare in Lombardia - Sondrio e il suo territorėo" nel quale cita un " grido dė dolore " lanciato da Pėetro Pradč giā
nel lontano 1911 a Roma:"l costumi paesani scompaėono. Soggėacciono anch`essi a questa terribile legge dė lėvellamento sociale. Non esiste pių una fanciulla vestita da montanara fuorchč nei raduni sul palcoscenico dei teatrini. l costumi si cavano dai cassettoni .O dai cofanė soltanto per le cerėmonėe."
Abbiam fatte ricerche per ogni dove, ma abbiamo dovuto constatare che anche un solo straccetto non lo mollava nessuno essendoseli giā accaparrati o i musei o i collezionisti che li tengono come reliquie, anche perche raramente se ne fa uso e che di capi nuovi quasi non se ne parla. Abbiamo dovuto prendere atto che in Valtellina non č pių costume portare il costume.
Eravamo arrivati, nonostante tutti i nostri sforzi, a dover ammettere che avevamo sopravvalutate le nostre forze finche non ci ricordammo dell` Angelina
Originaria di Montagna in Valtellina partė giovanissima per la Svizzera dove trovō lavoro nel Cantone dei Grigioni e dove visse tranquillamente la sua vita famigliare fino a quando venne assunta, come capo servizio, presso l`albergo ristorante IIStem" di Coira , ricco di tradizioni e a due passi dal Palazzo del Governo del Cantone dei Grigioni.Come d`abitudine il personale dello Stern" veste, al completo, il costume locale. L`Angelina, manco a dirlo, volle il costume del suo paese, ovvero di Montagna in Valtellina? cosa che il gerente trovō coerente dato il personaggio (!).Come dappertutto non c`č di meglio, per le Autoritā e funzionari, che scendere allo "Stern",o soli o con ospiti connazionali o stranieri che si avvicendano quotidianamente ai tavoli del rinomato locale, per un caffč e per fare le ben note chiacchiere di corridoio, sotto l`occhio
vigile della nostra convalligiana,
Ora che I`Angelina č in pensione ed č tornata al suo paese, trascorre la sua duramente guadagnata pensione accudendo anche al fratello e quando l`abbiamo interpellata , fortuna sfacciata ! , acconsentė a mettere il suo costume?” montagnone?” che ha portato per tanti anni con dignitā e competenza, a nostra / vostra disposizione.
E` quasi un cimelio ma a noi non rincresce punto donare la ?“divisa" dell`Angelina al museo dell`Emigrazione di Buenos Aires 1 un posto che veramente si merita.Chiudiamo questo nostro breve scritto porgendo i nostri pių vivi ringraziamenti alla Signora Maria Elena Milano direttrice, fra l`altro, dell` ufficio emigrazione della Ragione Lombardia che ci ha dato la possibilitā di farci conoscere. al sig. Remo Giatti che ci ha messo a disposizione le sue illustrazioni policrome alla Sign.ra Francesca Schegg Brunalli che ci ha consentito di unire una documentazione fotografica. Cordialitā.?”
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Pelizzatti Arberto e Pasini Marcello
Associazione Valtellinesė nel Grigionė

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