Argentina ,
Martes, 30 de octubre de 2007
 
     
26·10·07 | Arte & Cultura

Terra Promessa: il Sogno Argentino

La dott.sa Paola Cecchini ha presentato giovedì scorso, presso la sala delle conferenze della Biblioteca Comunale di Senigallia, il suo nuovo lavoro Terra Promessa: il Sogno Argentino
 
Il testo vuole raccontare “in due volumi, 1600 pagine, 160 fotografie e 28 testi normativi la storia dei nostri connazionali emigrati in Argentina alla fine del 800 e agli inizi del secolo scorso”, ha spiegato la sig.ra Cecchini. Per riuscire a raccontare queste storie, la giornalista pesarese ha raccolto storie, poesie, fotografie e dati statistici riguardanti tutti i marchigiani, famosi e non che hanno deciso di lasciare l’Italia per raggiungere un “sogno” chiamato Argentina. Sogno perché, come spiega la stessa Cecchini, “l’Italia di quegli anni non offriva molte possibilità a figure come gli artigiani, mentre l’Argentina aveva lasciato aperte le frontiere a tutti coloro che vi si volessero recare, salvaguardando il loro lavoro con leggi ed incentivi”.

Per questo circa 2.000 persone nel giro di un secolo decisero di imbarcarsi e attraversare gli oceani per arrivare nella terra delle pampas sconfinate e fondare così la comunità marchigiana più grande (al giorno d’oggi conta all’incirca 22.000 persone). Secondo le ricerche e i dati che compaiono nel secondo volume libro, la maggior parte degli immigranti marchigiani che si diressero in Argentina provenivano dalla provincia di Macerata, un numero inferiore dalla provincia di Ancona e un numero veramente esiguo dalla provincia di Pesaro.

Anche la città di Senigallia annovera qualche nominativo delle liste di queste persone, e addirittura è di Senigallia uno dei più importanti immigranti nel mondo dello sport: Renato Cesarini, famosissimo calciatore (è lui quello della ormai celebre zona Cesarini) che con la sua famiglia si spostò proprio in Argentina dove divenne il grande calciatore che tutti conosciamo. Sempre di origine marchigiana sono l’attuale stella del NBA Manuel Ginobili, l’ex tennista Gabriella Sabatini e il famoso architetto Francesco Tamburini, noto in tutto il mondo e soprattutto in Argentina per aver restaurato la Casa Rosada.

Ma non sono solo le persone famose a essere ricordate in questi due volumi. Infatti, i veri protagonisti sono persone normali, artigiani, pescatori, giovani che per molteplici motivi hanno deciso di affrontare quello che veniva definito in dialetto il passaggiu per avere un futuro migliore. Per questo nelle pagine e nelle foto della raccolta si susseguono le storie più varie, alcune comiche, altre più commoventi, alcune dal lieto fine, altre dal finale tragico o inatteso. C’è la storia di chi ha fatto una vita di sacrifici per poter far ritornare i figli in Italia, chi ha visto nascere e poi morire un proprio figlio durante la traversata e tenere il feto con se’ per dargli una degna sepoltura, chi ha ritrovato un fratello dopo 70 anni, e tante altre storie.

“Quello che poi era tipico della figura del emigrante marchigiano - ha spiegato la dott.sa Cecchini - è che era normalmente un giovane, di poca cultura, solitamente agricoltore o artigiano. In particolar modo, tipica era la figura della “golondrina”,termine spagnolo per rondine, ovvero agricoltori che si spostavano in Argentina per la raccolta del grano e del mais, subito dopo il periodo della semina e della raccolta in Italia, in modo da poter allungare il proprio lavoro e guadagnare più denaro”.

Concepito in lingua spagnola poiché molti degli intervistati non conosceva o non si ricorda più l’italiano, e poi tradotto dalla stessa Cecchini in italiano, questo libro, frutto di una grande scientificità nella ricerca da parte della sua autrice, verrà presentato anche alla festa del libro di Ginevra e molto probabilmente anche a quella di Buenos Aires.

Attraverso quei due volumi pieni di lettere, poesie, statistiche, percentuali e anche tabulati normativi e legislativi, la dott.sa Cecchini ha voluto mostrare ed elogiare lo spirito e la forza di adattamento dei nostri connazionali, dando voce a tutte quelle storie che per moltissimi anni, troppi anni, non erano mai state raccontate e che sono invece indispensabili per capire una parte della nostra storia, non solo come italiani ma anche come marchigiani. 
 
di Isabella Agostinelli (www.isaago.splinder.com)

 


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