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Martes, 23 de octubre de 2007
 
     
22·10·07 | Actualidad

La Città di Militello conferisce all`Avv. Domenico Azzia il Premio Ettore Majorana

CATANIA.-La Città di Militello Val di Catania, nel centenario della nascita, ha istituito il Premio Ettore Majorana per ricordare l’illustre scienziato scomparso nel 1938.

Con una settimana culturale di eccellenza, ricca di mostre, conferenze, teatro, documentari storici, visite ai musei spettacoli all’aperto e molta partecipazione di gente, Militello si è così confermata Città d’arte e di cultura e meta di turisti.

La manifestazione, egregiamente condotta dall’Assessore alla Cultura Salvatore Paolo Garufi, si è conclusa con una elegante serata di Gala e l’assegnazione del Premio Ettore Majorana ad esponenti della cultura, dell’arte, della scienza, della politica e della solidarietà.

Il Premio Ettore Majorana  è stato assegnato anche all’Avv. Domenico Azzia, Presidente di Sicilia Mondo, che ha ringraziato per il gradito riconoscimento. Ha quindi dichiarato di voler dedicare il Premio ai militellesi ed ai siciliani sparsi nel mondo per rinsaldare, nella memoria di siciliani illustri come Ettore Majorana, i vincoli e l’orgoglio dell’identità di appartenenza.

Sicilia Mondo vuole ricordare ai suoi lettori ed ai numerosi visitatori della propria rivista  on-line, la nobile figura di Ettore Majorana con il seguente profilo del grande scienziato.

Ettore Majorana, nato a Catania il 5 agosto 1906 e scomparso misteriosamente nel 1938, rappresenta, nel modo forse più emblematico, le inquietudini dell’uomo moderno e, in termini più astratti e generali, il contrasto tra il talento e l’incapacità di essere normali, la frattura, per così dire tra l’ideale e il reale.

Di lui ebbe a dire Enrico Fermi: “Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno lontano. C`è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentale per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha. Sfortunatamente gli mancava quel che è invece comune trovare negli altri uomini: il semplice buon senso.”

Ettore Majorana aveva dimostrato sin da bambino di possedere un`intelligenza prodigiosa: a cinque anni calcolava a mente quanto carbone avrebbe bruciato una nave per compiere un certo viaggio. A sette si laureò campione provinciale di scacchi. A nove anni, restando nascosto sotto il tavolo del salotto, stupiva lo zio Quirino, docente di fisica, gridandogli il risultato delle estrazioni di radici cubiche che calcolava a memoria.

Laureatosi giovanissimo e con il massimo dei voti in fisica, entrò a far parte di quel gruppo di fisici, capitanato da Enrico Fermi chiamato “i ragazzi di Via Panisperna”, protagonista nella ricerca nel periodo a cavallo tra le due guerre, prima di essere sostanzialmente sciolto a causa dell’emanazione delle leggi razziali.

In una lettera scritta a Mussolini, all’indomani della sua misteriosa scomparsa e per perorare le sue ricerche, l’allora più giovane Accademico d`Italia, il futuro premio Nobel Enrico Fermi, affermava: «Non esito a dichiarare che, fra tutti gli studiosi italiani e stranieri, Majorana è quello che per profondità d`ingegno mi ha maggiormente colpito. Egli ha al massimo grado quel raro complesso di attitudini che formano il fisico teorico di gran classe.

Scriverà di lui la moglie di Fermi: «Era un prodigio in matematica ed un portento per la profondità e la forza del pensiero».

«È il primo fisico d`Europa», l`aveva definito il professor Orso Mario Corbino quando Ettore aveva da poco compiuto ventiquattro anni.

 Rimangono ancora un mistero la sua scomparsa e le ragioni che la causarono, che costituiscono uno dei più appassionanti “enigmi” italiani del novecento e sulle quali nel corso degli ultimi decenni si è formata una letteratura imponente. Una delle più affascinanti ipotesi è che egli, con le sue intuizioni, abbia “visto oltre”, abbia cioè intuito anche gli sviluppi più terribili delle ricerche che in quegli anni si conducevano e che, per il suo carattere, introverso e tendente all’isolamento, non ne abbia retto il peso.

 

 
Avv. Domenico Azzia


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