Argentina ,
Martes, 23 de octubre de 2007
 
     
10·09·07 | Editorial

L´esempio di come si deve agire. Di Horacio Guillén

"Ancora non abbiamo vinto niente" ha detto Manuel Contepomi, quando il match con i francesi era appena finito con la vittoria de Los Pumas.  "Non si deve salire sul carro trionfale", diceva Marcelo Loffreda parlando con i giornalisti.
 
Questa gente continuava a darci, a tutti, l`esempio di come si deve agire, pero non solo dentro del campo di gioco, ma nella vita.

I rugbiers si erano messo in mente lottare contro tutte le difficoltà:
È l`unica squadra forte senza competenza importante in tutto l`anno.
Il sorteggio ha situato alla squadra in un gruppo dove sono tre delle prime sei del mondo, incluso l`organizzatore. 

I dirigenti non volevano rispettare le condizioni pattate con i giocatori, dirette a che la squadra fosse competitiva, con l`adeguata preparazione fisica. Cinquanta e tre rugbiers (tutti possibili selezionati) rinunciarono ad integrare la nazionale, per riuscire ad avere il sostegno.

Nel passato novembre, prima del test match con Italia, i dirigenti volevano imporre Patricio Noriega come assistente di Loffreda nel luogo di Juan Pablo Baetti. "Se il Tano se ne va, ce n`andiamo tutti", risposero i 53.
Menzione speciale merita la forma di cantare l`inno nazionale, introito e coda: "...o juremos con gloria morir". Parlavano sul serio. 

In un paese dove casi nessuno sa perdere, anche senza avere fatto niente per vincere, dove si deve sopportare i discorsi vuoti dei politici che promettono senza fare, ci hanno dato l`esempio di come si deve agire. 

La riflessione è, in ogni caso, di piena applicazione alla comunità italiana all`estero. Dopo la tavola rotonda organizzata da Tribuna Italiana sul tema della riforma della legge sulla cittadinanza, si rileva una volta in più l`importanza dell`organizzazione come unica forma di giungere gli obiettivi. Com`è stato detto dal Senatore Luigi Pallaro, delle riunioni nel Ministero, sul tema, si può trarre che l`opinione di limitare la cittadinanza alla seconda generazione dell`emigrato è in pratica unanime tra i funzionari italiani, adattando la legge sul tema ai parametri europei. La mancanza di consulta, tra i legislatore eletti all`estero e la comunità da loro rappresentata, e la mancanza di sostegno da parte di questa all`azione dei rappresentanti, porterà come risultato non giungere gli obbiettivi di tutti. Non si capisce il perché se l`attuale legge che permette la comunicazione della cittadinanza senza limite di generazioni, prevede l`acquisto per i discendenti di quelli che hanno perso la sua per naturalizzazione, e di quelle che non hanno potuto trasmetterla ai figli nati prima del 1948, il PDL testo unificato, proposto nella Camera dall`Onorevole Bressa, relatore dello stesso, non prevede una norma simile.

Una norma come la prevista nell`articolo 9, comma a, della Legge n. 91 del 1992, potrebbe non soltanto beneficiare ai discendenti degli emigrati, ma evitare che l`Italia veda rimpiazzata la sua popolazione dall`immigrazione di paesi di cultura totalmente differente.        


Dott. Horacio Guillén horacio.guillen@estudioguillen.org per italiaenamerica.com

 
Dott. Horacio Guillén


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